Pubblicato il: 03-10-2023
Ad oggi esistono oltre 300 tipi di pasta in Italia e di tanto in tanto ne nascono di nuovi.
Le lasagne e gli spaghetti sono ormai formati famosi in tutto il mondo, ma sapevi che ogni regione d’Italia ha una (o più!) tipologia di pasta che la rappresenta?
Scopri quante ne conosci!
La pasta valdostana è rappresentata dai Chnéffléne, un tipo di gnocchetti preparati con un impasto di farina e uova, "grattugiato" direttamente nell’acqua portata a bollore. Sono serviti in modo decisamente montanaro: con burro e cipolla, con panna e speck o accompagnati da una fonduta. È un piatto, quindi, di stampo germanico in quanto venne importato dal popolo dei Walser, stabiliti tra il XII e il XIII secolo nella vallata di Gressoney.
I piemontesi, invece, adorano gli agnolotti, specialmente nella zona di Monferrato, situata tra le province di Alessandria e Asti. Si tratta di una sfoglia di pasta all’uovo a forma di quadrato ripiena di carne mista arrosto di maiale, coniglio e vitello, mescolato a verdure come scarola, bietola, cavolo e spinaci, serviti in brodo o con ragù di carne. Tradizionalmente, gli agnolotti si servivano dopo le feste, sfruttando gli avanzi dei giorni di festa.
In Liguria fanno da regine le trofie, una tipologia di pasta artigianale sottile e arricciata, servite con il classico pesto al basilico. Alcune ricette prevedono che le trofie vengano bollite e servite anche con patate e fagiolini novelli.
Nella zona della valtellina lombarda si possono assaggiare i buonissimi pizzoccheri di Teglio, una tipologia di pasta lunga simile alle tagliatelle, preparate con farina di grano saraceno. Spesso sono preparate cuocendo insieme verza e patate e condite con burro fuso all’aglio e con un formaggio di latte vaccino, il Casera.
Originari della tradizione contadina della Baviera, si diffusero poi nel Trentino Alto Adige i canederli, una tipologia di gnocchi di pane, precedentemente ammollato nel latte, farina e uova, a cui si aggiungono spezie, aromi, speck e formaggi. Sono serviti in brodo, con burro fuso ed erba cipollina, sugo di funghi e speck o panna e parmigiano.
Particolarissimi sono i cjarsons, tipici della cucina friulana. Sono farciti di un ripieno dolce e salato: uva passa, cioccolato fondente o cacao, cannella, marmellata, biscotti secchi sono legati a spinaci, erba cipollina, ricotta, rum, grappa, prezzemolo, uova e latte. Essendo così carichi di diversi sapori, sono serviti in modo semplice con ricotta affumicata o burro fuso con cannella.
I bigoli veneti, invece, sono una pasta lunga simili agli spaghetti, risalenti fino al periodo del Rinascimento. Sono di superficie ruvida, ideale per trattenere i sughi e i condimenti: tipici sono la salsa di pomodoro, il ragù d’anatra o di oca e le acciughe.
Sarebbe impossibile scegliere una pasta rappresentativa dell’Emilia-Romagna: tra cappelletti, tortellini, strozzapreti, passatelli e tagliatelle c’è davvero l’imbarazzo della scelta. La pasta ripiena è davvero amata in questa regione, ma quella famosa internazionalmente è una sfoglia di pasta fresca: è proprio lei, la lasagna. Poste una sopra l’altra in una teglia o una pirofila con il condimento tra una sfoglia e l’altra vengono cotte al forno. La tradizionale versione è quella con il ragù di carne, alla bolognese, ma esistono tante altre versioni: ai funghi, al pesto, ai carciofi.
Di origine etrusca, i pici sono consumati largamente in Toscana. Nella zona di Montepulciano sono conditi con mollica di pane, aglio e peperoncino mentre, nel resto della regione vengono serviti con spicchi d’aglio, pomodori, olio e peperoncino.
I maccheroncini di Campofilone sono tradizionali spaghetti di forma quadrata marchigiani, ottenuti da una sfoglia molto sottile preparata con uova e semola di grano duro. La sfoglia è così sottile che è possibile cuocerli in acqua bollente per un minuto o direttamente nel condimento. Si servono, quindi, con un sugo di pomodoro con salsiccia, spezzatino e macinato di manzo e pecorino grattugiato.
Un altro tipo di pasta lunga è largamente conosciuta nell’Umbria: gli strangozzi. Originari della cucina povera, venivano preparati per le feste più importanti. Sono spesso conditi con sugo piccante o di carne, con sugo di pomodoro e prezzemolo, con tartufo nero, con salsiccia, con asparagi o con funghi porcini.
Chi non ha mai sentito parlare dei bucatini come pasta laziale alzi la mano. Si tratta di spaghetti spessi e bucati all’interno, da qui il loro nome. Tutti conoscono i bucatini all’amatriciana, ovvero il condimento a base di sugo di pomodoro e guanciale, originario della città di Amatrice, ma sono ugualmente famosi quelli alla carbonara, con guanciale e uova crude mescolate a pepe e pecorino romano, e quelli alla cacio e pepe, con pecorino romano e pepe.
I malloreddus, tipicamente sardi, erano anticamente preparati in occasione delle feste e oggi, tradizionalmente, vengono conditi con sugo di pomodoro e salsiccia e una spolverata di pecorino sardo fresco.
Tipicamente abruzzesi sono i maccheroni alla chitarra, una variante di spaghetti spessi ottenuti lavorando la sfoglia di uova e farina sulla chitarra, un telaio in legno di faggio. Essendo porosi si legano molto bene a condimenti ricchissimi, come i ragù di carne di agnello, accompagnati da polpette di carne fritta con peperoncino e formaggio.
I cavatelli fanno parte della tradizione culinaria molisana, ma sono diventati conosciuti in tutta la penisola per la loro forma allungata e l’incavatura centrale. Vengono serviti con ragù di carne o accompagnati con verdure.
La pasta in Campania è una cosa seria: famosissimi sono i paccheri, originari della zona di Gragnano. Sono un formato, che grazie alla larga cavità e la superficie liscia, ma porosa, accoglie condimenti ricchi come i sughi.
Simili ai cavatelli, ma con una consistenza larga e spessa sono gli strascinati, tipici della zona lucana. Accompagnati con i peperoni cruschi locali, con rape, con sugo di pomodoro e ricotta di pecora, con salsiccia o con pecorino e peperoncino, sono il piatto simbolo della Basilicata.
Passeggiando tra le strade della parte vecchia del capoluogo barese si incontreranno delle simpatiche donne che preparano le tradizionali orecchiette pugliesi. Si servono con le cime di rapa, un sugo di pomodoro, la ricotta o con la carne.
Formato di pasta tipico della Calabria sono, invece, i fileja: bucatini cavi che accolgono i condimenti più piccanti della regione. Si servono, infatti, con una salsa di salsiccia piccante e finocchietto o con l’anduja.
Risalenti fin dall’epoca medioevale, gli anelletti sono diffusi principalmente nel palermitano. Somigliano a piccole ciambelline, il cui buco consente loro di catturare il condimento. Spesso sono preparati passandoli in forno, con ragù di carne e piselli, ma anche prosciutto, uova, mozzarella o pecorino.
Scopri le paste regionali su Mulinio.it!